Emergenza siccità in Lombardia: in arrivo i finanziamenti governativi

Arriveranno risorse per finanziare gli interventi necessari ad affrontare l’attuale stato di emergenza per crisi idrica. Puntiamo soprattutto su progettualità e piani di investimento, affinché da una crisi possa nascere una nuova cultura della sostenibilità. Proiettata verso un futuro migliore.

 

Dopo che il 24 giugno la Regione Lombardia ha comunicato lo stato d’emergenza regionale fino al 30 settembre 2022, in data 4 luglio il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo Stato di emergenza crisi idrica fino al 31 dicembre 2022 in cinque regioni del Nord Italia. Tra queste è presente anche la Lombardia, alla quale saranno stanziati 9 dei 36,5 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, utili a fronteggiare l’emergenza idrica.

Le altre regioni che vedranno l’arrivo di finanziamenti e risorse eccezionali sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Piemonte, nelle seguenti misure: 10,9 milioni per Emilia Romagna, 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 7,6 milioni per il Piemonte e 4,8 milioni per il Veneto.

Non è da escludersi che tali misure possano in futuro riguardare anche alcune regioni del Centro che avevano fatto richiesta dello stato di emergenza come Umbria, Lazio, Toscana e Liguria.

Cosa prevede la gestione dello stato di emergenza?

L’iter attuale prevede che, in attesa della nomina di un commissario straordinario per la gestione dell’emergenza, le Regioni in stato di emergenza potranno ottenere rimborsi per le spese sostenute finora. Invece, per quanto concerne l’agricoltura, bisognerà attendere la dichiarazione dello stato di calamità.

Sono ammissibili a finanziamento i soli interventi per i quali risulta evidente il nesso causale con l’emergenza idrica, avviati dopo il 29/5/22 (data in cui è stata dichiarata “l’elevata criticità in assenza di precipitazioni” nell’intero territorio distrettuale del Fiume Po, come dichiarato dall’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici in Atto nel Distretto del Fiume Po) e che si concluderanno al 31/12/22, data indicata nell’ordinanza come fine emergenza (eventuali – malaugurate – prosecuzioni dello stato emergenziale saranno gestite come da d.lgs 1/2018).

Sono condizioni molto stringenti che purtroppo escludono la possibilità di finanziare molti investimenti infrastrutturali programmati proprio per garantire la continuità della fornitura idrica, compresi l’adeguamento del serbatoio di Taiello e l’intervento di ottimizzazione della rete d’acquedotto ai piani Resinelli e la sistemazione delle sorgenti ai piani d’Artavaggio dove il Gestore si è preparato a fronteggiare l’attuale emergenza attivando il rifornimento tramite elicottero.

Nonostante ciò, la dichiarazione di stato di emergenza è una mossa di vitale importanza perché consentirà alle Regioni di mitigare gli effetti dovuti alla carenza di acqua nel nostro paese, con la speranza che ad essa venga affiancato un grande piano per l’acqua.

Un inizio quindi. E per il futuro?

Il 21 luglio scorso il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale ha avviato la concertazione per la definizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo “ACQUA BENE COMUNE”, per raccogliere, entro il 15 settembre, le proposte progettuali che rispondano a criteri di strategicità in base ad uno o più dei seguenti elementi:

  • riduzione del fenomeno della desertificazione;
  • gestione delle crisi in caso di assenza di risorsa idrica;
  • utilizzo a scopo plurimo della risorsa idrica.

Le proposte dovranno avere carattere di complementarietà e integrazione rispetto ad altri investimenti già finanziati, in corso di realizzazione o già realizzati, soprattutto con riferimento alle diverse risorse finanziarie a disposizione dei territori, come ad esempio le misure del PNRR.

Lario Reti Holding, al fine di migliorare la gestione della risorsa idrica in un’ottica di sostenibilità, ha messo a punto un Piano degli Interventi volto alla gestione delle perdite idriche, intese come perdite sia reali (dispersione dovuta alla rottura di tubi) sia apparenti (consumi non fatturati, per esempio per via di un contatore guasto), in modo da monitorare in modo sistematico e omogeneo le portate dei prelievi.

Tale Piano ha portato a 32 milioni di investimenti sugli acquedotti dal 2016 ad oggi e alla programmazione di ulteriori interventi specificamente destinati alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua per 19 milioni di euro nel prossimo quadriennio, che potrebbero salire a 37 milioni di euro in caso di accesso alle risorse del PNRR alle quali l’Ufficio d’ambito ha candidato il progetto appositamente predisposto da Lario Reti Holding.

Le parole chiave per affrontare questa crisi sono: lungimiranza, strategia e investimenti. 

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 ARTICOLO A CURA DI LARIO RETI HOLDING

Intervento finanziato dall’Unione Europea nel contesto dell’iniziativa Next Generation EU con codice PNRR M2C4-I4.2_058 incluso nel “Progetto per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, in Provincia di Lecco – PNRR M2C4-I4.2”

Maggiori informazioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono disponibili ai seguenti link: