L’acqua che non sappiamo di consumare: l’impronta idrica
Quanti litri di acqua servono per produrre un hamburger? E una t-shirt? C’è un’acqua che non sappiamo di consumare utilizzata per produrre beni e servizi. L’impronta idrica è un indicatore che calcola il consumo “nascosto” per renderci più responsabili: calcoliamo l’impronta dei nostri comportamenti quotidiani!
Il 2022 ci pone di fronte al problema della siccità: è l’anno più caldo di sempre in Italia (+0,76 gradi rispetto alla media storica dello stesso periodo) e un calo delle precipitazioni del 45%. Il Consiglio dei Ministri ha da poco dichiarato lo stato di emergenza siccità in 5 regioni del Nord, dovuta al deficit idrico.
È necessario quindi che ognuno si ponga delle domande sul consumo individuale di acqua e faccia attenzione ai propri comportamenti quotidiani: sappiamo quanta acqua consumiamo? E per cosa la consumiamo?
Lo facciamo sia in modo diretto facendo la doccia, lavando le stoviglie, ecc., sia in modo indiretto poiché anche il cibo che mangiamo o gli abiti che indossiamo richiedono una grande quantità di acqua per essere prodotti.
Si chiama acqua virtuale ovvero l’acqua che non sappiamo di consumare, ma necessaria per la produzione di un alimento o qualsiasi altro bene di consumo, per le fasi di coltivazione, produzione e commercializzazione: per esempio per un hamburger servono 2.400 litri di acqua, per una t-shirt 2.700 litri, mentre per 1 kg di carta 200 litri.
Ecco altri numeri per comprendere meglio.
Solo il 3,5% dell’acqua che consumiamo ogni giorno riguarda le nostre abitudini alimentari, come bere e cucinare.
Il 96,5% dell’acqua viene utilizzata per altri scopi:
- igiene personale (bagno, doccia, rubinetto 35,5%)
- sanitari (cassette di scarico del WC 31%)
- pulizia di abiti e oggetti (lavatrice 11% e lavastoviglie 7%),
- mezzi di trasporto e casa (pulizia e giardino 12%).
In altre parole ci sono moltissime attività per le quali non sarebbe necessaria la qualità dell’acqua.
Come si calcola l’impronta idrica?
L’acqua è la risorsa più preziosa della Terra, ma spesso la consumiamo in modo sconsiderato. Proprio per aiutarci a capire il nostro impatto quotidiano in termini di spreco, possiamo calcolare la nostra impronta idrica: è l’indicatore che identifica il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi. Si misura in volume d’acqua per unità di tempo.
Un italiano in media consuma all’incirca 200 litri di acqua al giorno.
Per fare qualche esempio più concreto sugli effettivi consumi: lavare i piatti a mano ci fa consumare dai 10 ai 12 litri per lavaggio.
Quando ci facciamo una doccia se ne vanno in media dai 75 ai 90 litri di acqua e per lavarci i denti 6 litri al minuto: dovremmo chiuderla mentre ci insaponiamo e laviamo i denti e adottare un riduttore idrico.
Certo, rispetto al passato, oggi ci sono molti miglioramenti tecnologici: la lavastoviglie qualche anno fa consumava fino a 40 litri di acqua a lavaggio, oggi ne consuma 15 e le più moderne anche 7. Noi possiamo poi aiutare il processo avviando solo a pieno carico e con ciclo ridotto (che ci fa risparmiare fino al 60% rispetto al ciclo lungo). E aggiungiamo: lo sapevate che per lavare le stoviglie a mano si può usare l’acqua di cottura della pasta perché ha un altro potere sgrassante?
E il cibo? Pensate che la produzione di carne richiede un consumo di acqua molto maggiore rispetto alla produzione di verdura: manzo 15.400 litri per chilo, pollo 4300 litri per chilo contro i 300 litri per chilo della verdura.
Mentre per produrre una tazzina di caffè servono 140 litri di acqua per far crescere, tostare e macinare i 6-7 grammi di caffè contenuti in essa.
A volte non ci pensiamo, ma ci sono attività semplici che possono ridurre notevolmente il consumo di acqua. Per questo il consiglio è: viviamo serenamente cercando di essere più consapevoli dell’impatto che abbiamo su questa risorsa preziosa e facciamo sempre attenzione ai nostri comportamenti quotidiani, riducendo il più possibile gli sprechi.
Bastano veramente piccole accortezze per fare ogni giorno la differenza!
FONTI:
ScuolaPark.it
https://www.dorabaltea.com/water-footprint-e-tu-quante-la-tua-impronta-idrica/
ARTICOLO A CURA DELL’UFFICIO D’AMBITO DI LECCO