Bilanciare tariffe e investimenti: le sfide del servizio idrico a Lecco e in Lombardia
In conclusione di un anno che ha impegnato gli Enti di governo degli ATO dei servizi idrici nell’applicazione del nuovo metodo tariffario idrico approvato dall’ARERA per il sessennio 2024-2029, si riesamina la predisposizione tariffaria approvata nell’ATO di Lecco, avendo ora a disposizione le deliberazioni assunte nell’intero territorio regionale.
Si tenterà di trarre alcune considerazioni nonostante la difficoltà di confrontare realtà molto differenti, dalla conurbazione della città metropolitana di Milano al territorio montano di Sondrio, con estensioni territoriali e abitanti serviti di ordini di grandezza diversi (dai 405 kmq della Provincia di Monza e Brianza ai 4.785 kmq della Provincia di Brescia, e dai 178.000 abitanti dell’ATO di Sondrio ai 3 milioni e 219 mila della città capoluogo di regione). L’ATO di Lecco con una popolazione di 332.000 abitanti ed una superficie di 806 kmq si situa in terz’ultima posizione per entrambe le grandezze e compendia al proprio interno i caratteri, metropolitano e montano, che connotano, diversificandoli, gli altri ATO. La densità abitativa è infatti molto diversa (da 95 a 674 ab/kmq) tra l’area a nord del capoluogo (circondari della Valsassina e del Lario Orientale) – con una superficie che rappresenta il 45% del territorio provinciale ed una popolazione pari solo al 11% del totale – e l’area che comprende il comprensorio di Lecco e la zona a sud del capoluogo (circondari brianzoli e della Valle San Martino) – con una superficie che rappresenta il 55% del territorio provinciale ed una popolazione pari all’89% del totale.
E terz’ultima è la posizione dell’ATO di Lecco anche nei livelli tariffari dell’anno base 2023, cui si applicano gli incrementi da ultimo deliberati. Di seguito si riporta la spesa annua per un’utenza domestica di 3 componenti che consuma 150 mc:
ATO | Spesa annua 2023 di una utenza domestica con tre componenti |
MI | 167 € |
CO | 191 € |
MB | 202 € |
VA | 241 € |
LO | 272 € |
CR | 290 € |
LC | 320 € |
MN | 334 € |
BS | 337 € |
BG | 199 € non include IVA e componenti UI |
SO | 230 € dati non disponibili per il 2023 |
PV | 272 € dati non disponibili per il 2023 |
Con l’unica eccezione dell’ATO di Pavia, gli incrementi cumulati del biennio 2024-2025 sono tutti a due cifre. L’ATO di Lecco, a pari merito con Lodi, si colloca subito dopo Pavia: solo in questi tre ATO l’incremento è inferiore addirittura al recupero dell’inflazione 2023 e 2024 che l’ARERA ha stabilito doversi applicare nella misura cumulata del 13,70%.
Negli ATO di Lecco e Lodi lo stesso incremento percentuale, applicato ad un diverso valore di base, determina una differenza tra gli incrementi che verranno rilevati dalle rispettive utenze nel 2025 inferiore a 6 €, dunque inferiore a 2 € pro capite. A Cremona, che nel 2023 si collocava tra Lodi e Lecco in termini di spesa idrica, il maggiore incremento percentuale approvato rispetto a Lecco (19% invece del 12,4%), pur applicandosi ad un valore base più basso, determina anche in termini assoluti un incremento superiore a quello lecchese (nel 2025 saranno 55,10 € annui in più per utenza rispetto ai 39,68 € di incremento della bolletta lecchese della stessa utenza domestica con 3 componenti). Alla stessa conclusione, anche se in questo caso la differenza è di pochi centesimi (39,68 € rispetto a 39,90 €), si giunge nel confronto con i vicini comaschi, per i quali il valore base 2023 è addirittura il più basso in Lombardia dopo l’ATO della città metropolitana di Milano. A Como l’incremento percentuale cumulato 2024-2025 è infatti tra i più alti e pari al 20,89%.
ATO | TABELLA B – AUMENTI REALI IN % PER IL BIENNIO 2024-2025 | |||
Gestore | 2024 | 2025 | cumulato 2024 – 25 | |
PV | Pavia Acque | 1,50% | 1,60% | 3,10% |
LC | Lario Reti Holding | 6,00% | 6,00% | 12,40% |
MI | MM | 6,00% | 6,00% | 12,40% |
LO | SAL | 6,50% | 5,50% | 12,40% |
BG | Uniacque | 8,00% | 7,00% | 16,20% |
BS | A2A Ciclo Idrico | 8,00% | 8,00% | 16,60% |
MB | BrianzAcque | 8,50% | 8,30% | 17,50% |
CR | Padania Acque | 8,50% | 9,70% | 19,00% |
MN | AqA | 9,20% | 9,20% | 19,25% |
MI | CAP Holding | 9,95% | 9,00% | 19,80% |
BS | Acque bresciane | 9,90% | 9,90% | 20,80% |
CO | Como Acqua | 9,95% | 9,95% | 20,89% |
SO | SEcAm | 9,95% | 9,95% | 20,89% |
VA | Alfa | 9,950% | 9,950% | 20,90% |
ATO | Gestore | 2024 | 2025 | cumulato 2024 – 25 | 2026 | 2027 | 2028 | 2029 | cumulato 2024 – 29 |
BG | Uniacque | 8% | 7% | 16,20% | 2% | 2% | 2% | 2% | 24,40% |
BS | Acque bresciane | 9,90% | 9,90% | 20,80% | 8,50% | 0,70% | 0,70% | 0,06% | 33,00% |
BS | A2A Ciclo Idrico | 8,00% | 8,00% | 16,60% | 4,20% | 4,20% | 4,20% | 4,20% | 37,50% |
CO | Como Acqua | 9,95% | 9,95% | 20,89% | 7,52% | 6,10% | 1,88% | 1,13% | 42,08% |
CR | Padania Acque | 8,5% | 9,7% | 19,00% | 9,7% | 3,0% | 3,0% | 3,0% | 42,70% |
LC | Lario Reti Holding | 6% | 6% | 12,40% | 6% | 5% | 5% | 5% | 37,90% |
LO | SAL | 6,5% | 5,5% | 12,40% | 2,8% | 2,8% | 2,8% | 2,4% | 25,10% |
MN | AqA | 9,2% | 9,2% | 19,25% | 9,2% | 3,0% | 2,9% | -3,2% | 33,60% |
MI | CAP Holding | 9,95% | 9,00% | 19,80% | 5,00% | 5,00% | 5,00% | 1,17% | 40,40% |
MI | MM | 6,00% | 6,00% | 12,40% | 0,00% | 0,00% | 0,00% | 0,49% | 12,90% |
MB | BrianzAcque | 8,5% | 8,3% | 17,50% | 6,0% | 5,4% | 3,1% | 2,1% | 38,21% |
PV | Pavia Acque | 1,50% | 1,60% | 3,10% | 2,50% | 2,50% | 2,50% | 3,69% | 15,20% |
SO | SEcAm | 9,95% | 9,95% | 20,89% | 0,49% | 0,49% | 0,49% | 0,49% | 23,27% |
VA | Alfa | 9,950% | 9,950% | 20,90% | 9,944% | 9,944% | -5,027% | -7,110% | 28,90% |
Maggiore disomogeneità si riscontra sugli incrementi cumulati previsionali al termine del sessennio, i quali tuttavia saranno oggetto di due ulteriori revisioni, nel 2026 e nel 2028, prima di essere definitivamente applicati. Essi saranno dunque senz’altro oggetto di rideterminazione ad esito della reale evoluzione dei fattori economici e regolamentari nei prossimi anni. In proposito si riferisce la dichiarazione del direttore dell’Ufficio d’ambito di Sondrio: «Non c’è alcuna ragione “tecnica” che possa motivare la pretesa di avere a Sondrio una tariffa più bassa degli altri ATO lombardi. Anche a fronte di un territorio vasto con una rete infrastrutturale molto ampia che richiede investimenti per essere mantenuta efficiente. E infatti l’aumento annuo dello 0,49% previsto nel periodo 2026-2029, così contenuto rispetto agli altri ATO lombardi, è figlio di una ridotta mole di investimenti previsti a carico della tariffa, conseguenza della difficoltà del gestore a reperire maggiori capitali. Avere una tariffa più bassa a fronte della realizzazione di pochi investimenti però non è un bene. Il nostro territorio ha bisogno di molto di più (oltre 20 milioni euro all’anno): se non ci attrezzeremo per tempo le infrastrutture inizieranno a creare problemi seri tutte insieme. Diventa sempre più necessario un programma di contribuzione a fondo perduto per il mantenimento delle infrastrutture, che, giova ricordarlo, sono di proprietà dei Comuni».
Ed un livello di investimenti inferiore al programmato nel precedente periodo regolatorio – che ha comportato, a seguito della verifica da parte dell’ARERA, un recupero di oltre 3 milioni di euro in sede di predisposizione nelle nuove tariffe – nonché una programmazione futura limitata agli interventi funzionali a risolvere le situazioni più critiche, in primis le procedure di infrazione, sono tra le motivazioni cui vanno ricondotti gli incrementi, ridottissimi, dell’ATO pavese.
La decisione degli Amministratori locali di Lecco, che siedono nel Consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito, nella Conferenza dei Comuni – che esprime parere vincolante sulle decisioni fondamenti inerenti al servizio idrico integrato – e nel Consiglio provinciale, appare invece contemperare da un lato la sostenibilità sociale degli incrementi tariffari, dall’altro la necessità di favorire gli investimenti per soddisfare l’ingente fabbisogno di infrastrutture del territorio. A loro va dunque riconosciuto il coraggio di una scelta impopolare, peraltro assunta in un momento particolarmente delicato di rinnovo elettorale, ma lungimirante ai fini del miglioramento dei servizi all’utenza e del perseguimento della sostenibilità ambientale.
A sostegno delle fasce più deboli della popolazione, rimane comunque confermato lo strumento del Bonus Sociale Idrico che, nella Provincia di Lecco, per il 2023 ha raggiunto un valore medio di € 113, il più alto della regione e più alto della media italiana (104€).
Il bonus idrico ha un’incidenza sulla spesa del 30,9%, la più alta in Lombardia e più alta della media nazionale (27,58%).
ARTICOLO A CURA DELL’UFFICIO D’AMBITO DI LECCO